la riscoperta di Calvino in America nel terzo millennio
Quante volte ci lasciano affascinare dai libri fresca d’uscita, i nuovi bestseller in un mercato editoriale che divora i libri a grande velocità.
Le librerie puntano molto sulle novità per attirare clienti, specie se le nuove opere sono firmate da autori famosi e dopo poche settimane le novità finiscono sugli scaffali lasciando il posto a nuove produzioni. Un libro, però ricordiamolo, non ha una data di scadenza.
Pensate che ogni anno solo in Italia sono pubblicati circa 70 mila libri nuovi, oltre la metà venderanno meno di 100 copie. Significa per avere un’idea, che escono una media di 191 libri ogni giorno!
Beh se ci pensate in un anno nessuno riuscirebbe a leggere i libri pubblicati in una sola giornata, nondimeno sarebbe lecito da chiedersi: quanti di questi volumi fra 50 anni saranno ancora ristampati, comprati e letti?
Proprio ieri sera, sdraiato sul divano con un problema di sciatalgia, sembravo uscito da un fumetto di vecchie megere e befane, ho letto un meraviglioso articolo di Merve Emre, saggista turca e professoressa ad Oxford, su uno dei periodici più famosi e letti al mondo: il New Yorker.
Il New Yorker, per dovere di cronaca, è un settimanale che nacque nel lontano 1925, quasi cent’anni fa. Occupandosi di cronaca internazionale e nazionale, di satira, letteratura…è divenuto davvero popolare ed autorevole. I libri con recensioni e approfondimenti sono sempre stati nel mirino, ma non tutti sanno che la Famiglia Addams non sarebbe forse mai nata senza questo periodico.
Charles Addams, disegnatore del dopoguerra, iniziò a pubblicare proprio su queste pagine le vignette di questa family che oggi è una saga di moda. I fumetti del bravo Charles furono trasformati nei celebri telefilm in bianco e nero, divenuti un cult movie.
L’articolo che mi ha affascinato parlava della riscoperta del mondo di uno dei più grandi scrittori italiani: Italo Calvino.

Afflitto dai miei dolori alla gamba e alla natica, sdraiato sul divano di casa, mi sono immerso in questa lettura e sono rimasto affascinato di quanto possa essere ancora amato Calvino oltre confine.
I libri di cui si parla nell’articolo all'inizio sono Il castello dei destini incrociati e le città invisibili ma non solo, perché poi l'analisi percorre quasi tutte le opere dello scrittore italiano.
Viene anche riproposto uno degli incipit più sorprendenti dei libri italiani, che mi mette in sintonia con l’articolo.
Ricordate l’incipit strano e dal potere avvolgente del libro Se una notte d’inverno un viaggiatore, recitava così: "Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto”.
La giornalista americana resta affascinata dal meccanismo, quasi magico adottato da Calvino che usa una specie di Mise en abyme, che permette allo scrittore uno stratagemma letterario, quasi si trattasse di uno specchio entro cui l’opera si riflette.
Nasce così il concetto di "storia nella storia", secondo il quale la narrazione si rispecchia specularmente nel racconto stesso.
Ma la sorpresa che mi incanta di questo articolo emerge nel proseguo di questo lungo articolo dedicato a Calvino, dove Merve Emre saggista e docente alla Oxford University, presenta agli americani, il nostro Calvino come lo scrittore più affascinante del Novecento.
Per me italiano che amo Hemingway, scrittore americano, sembra quasi il manifestarsi del classico epiteto latino Nemo propheta in patria.
In realtà stiamo parlando di due grandi scrittori del Novecento, certo è che Calvino non pubblicando come prima lingua in inglese, fu un pò limitato nella sua diffusione globale.
Italo Calvino è stato uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, noto per la sua versatilità e l'originalità delle sue opere. Nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, Cuba, da genitori italiani, Calvino trascorse gran parte della sua vita in Italia, dove crebbe e studiò.
Dopo la seconda guerra mondiale, Calvino si iscrisse alla facoltà di Agraria dell'Università di Torino, ma in seguito si trasferì alla facoltà di Lettere, dove si laureò con lode nel 1947 con una tesi su Joseph Conrad.
La carriera letteraria di Calvino iniziò ufficialmente nel 1949, quando pubblicò il suo primo romanzo, "Il sentiero dei nidi di ragno".
Il libro, ambientato durante la seconda guerra mondiale, racconta la storia di un bambino che cerca di comprendere il mondo degli adulti e della guerra che lo circonda.
Il romanzo fu subito apprezzato dalla critica e vinse il premio Viareggio.

Calvino continuò a scrivere e pubblicare romanzi, raccolte di racconti e saggi, acquisendo sempre più fama a livello internazionale. Tra le sue opere più note si possono citare "Il barone rampante" (1957), "Il cavaliere inesistente" (1959) e "Le città invisibili" (1972).
Nel 1975, Calvino subì un grave attacco di emorragia cerebrale che lo costrinse a interrompere la sua attività di scrittore per un certo periodo. Tuttavia, dopo essersi ripreso, tornò a scrivere con grande impegno e concentrazione. Nel 1985, pubblicò il suo ultimo libro, "Lezioni americane", una raccolta di sei conferenze che aveva tenuto presso l'Università di Harvard.

Calvino è stato definito un "maestro del racconto fantastico", ma la sua opera va oltre il genere fantastico e spazia tra molti altri, come il realismo magico, la metafisica e il postmoderno.
Il suo stile di scrittura è stato spesso descritto come ludico e innovativo, caratterizzato da un'abilità straordinaria nel combinare il linguaggio con la narrazione.
L’articolo pubblicato sul New Yorker è davvero un meraviglioso approfondimento sull’opera di Calvino e la sua abilità nella scrittura e certo il nobile arboricolo del Barone Rampante è forse l’esempio più amato.
Il Barone Rampante è un romanzo scritto da Italo Calvino nel 1957, che racconta la storia di un giovane aristocratico, Cosimo Piovasco di Rondò, che decide di arrampicarsi su un albero dopo una lite con i suoi genitori e di non scendere più a terra. Cosimo passa tutta la sua vita sulla chioma degli alberi e viene presto conosciuto come "il barone rampante”.
Ora non mi resta che lasciarvi il link di questo stupendo articolo americano affinché possiate, come il sottoscritto, tuffarvi in questo giusto e meritorio riconoscimento dell’opera di Calvino tributata dalla bravissima saggista turca Merve Emre.
Buona lettura e perché no, riscoprite qualche libro di Calvino e i classici in genere. Quando un libro attraversa secoli e decenni vuol dire che la storia e la narrazione possono segnare la nostra anima… W i classici.
Clicca qui per leggere l'articolo del New Yorker