Intervista ad un vero mito del mondo dei gufi: Denver holt
Quando si comincia a svolgere un percorso di crescita personale finalizzato alla conoscenza si cerca sempre di avere dei modelli da seguire, a cui ispirarsi. Io ho un novero di 5 grandi ornitologi che hanno dedicato la loro vita ai gufi e hanno segnato una via nel mio percorso personale: quindi penso che questo momento sia davvero speciale perchè mi consente di intervistare Denver Holt (uno di quei 5 miti di cui vi ho parlato) che tra ‘altro ho avuto modo di avere come ospite d’onore direttamente da Charlo nel Montana (USA) per il Festival dei gufi ® del 2012.

Denver Holt con i piccoli gufi delle nevi che stanno per essere inanellati
Un grande onore conoscerlo in quel tempo e un piacere oggi avere qui nel mio blog per un intervista.
Se però non conoscete Denver Holt è giusto darvi qualche informazione pratica e capirete il perchè di tanta enfasi nella presentazione.
É il fondatore e capo ricercatore dell’Owl Research Institute che trova sede in Montana e che ha sviluppato in diversi decenni moltissimi progetti scientifici per studiare, specie nel lungo periodo alcune specie. Denver Holt è famoso in particolare per i gufi delle nevi, Il National Geographic deve a lui il successo di alcuni articoli e reportage su questa specie o il meraviglioso documentario sempre del National, poiché solo Denver Holt può condurvi a vedere i gufi delle nevi così da vicino. Tanto importante quell’articolo che indusse la redazione della prestigiosa rivista da dedicare al servizio di Denver la copertina del National Geographic nel 2002.

INTERESSANTE
clikka qui e potrete scaricare gratis l'articolo sul Gufo delle nevi con Denver Holt
Denver Holt si è laureato nell’università del Montana e dal 1978 lavora sui gufi, ha pubblicato oltre 80 articoli scientifici.
Ha scritto diversi capitoli sul libro Artic Wings che ha vinto il prestigioso premio National Outdoor Book Award for Design and Artistic Merit (con la prefazione di Jimmy Carter, ex presidente USA). Ha partecipato a programmi Tv per ABC, CBS, CNN, NBC oltre a far parte del documentario Life of Birds di David Attenborough.
La sua ricerca sui gufi delle nevi è stata al centro della nuova serie di documentari della British Broadcasting Company (BBC) chiamata Frozen Earth, un sequel dell'acclamata serie Planet Earth.
Quando non svolge ricerche sui gufi, Holt è attivamente coinvolto nell'ecoturismo come guida naturalistica e comproprietario di Wild Planet Nature Tours (www.wildplanetnaturetours.com). Guida anche tour privati naturalistici ed è un leader part-time per Victor Emanuel Nature Tour Company (www.ventbird.com), la più grande compagnia di tour naturalistici al mondo
Si occupa da oltre 40 anni principalmente di ricerca scientifica, ed infatti i suoi lavori sono numerosissimi e nel decennio nel quale ho studiato il Gufo di palude le sue pubblicazioni sono state per me illuminanti per realizzare la mia monografia sul gufo di palude.
Sono felice ed emozionato nel proporvi questa interessante intervista ad un vero, autentico mito della ricerca mondiale degli Strigiformi.
Per saperne di più sulle sue ricerche vi consigliamo di visitare www.owlinstitute.org.
Chapeau ad uno dei più grandi naturalisti del nostro tempo!
Ecco ora l'intervista.
Ciao Denver, è sempre un piacere sentirsi e purtroppo è un po che non ci vediamo di persona. Ma passiamo alle domande: basandosi sullo status attuale degli Strigiformi sul nostro Pianeta, quale pensi possa essere la minaccia globale che investe il futuro dei gufi?
Ciao Marco, a mio parere il concetto può essere esteso a tutta la conservazione della fauna selvatica ed è evidente che la perdita di habitat sia la principale preoccupazione per questa “guerra” in corso per non incrinare lo status demografico degli Strigiformi.
In questo scenario le principali cause che sono correlate al conservazione dei rapaci notturni è legata alle esigenze dell’uomo con una particolare focus su i problemi degli incendi delle foreste (sempre più devastanti), gli allevamenti di animali e tutte le scelte orientate al fabbisogno alimentare dell’uomo (basti ricordare agli effetti della coltivazione di palme da olio).
Non meno rilevanti sono anche le questioni correlate allo sfruttamento delle risorse minerarie che portano a sfruttamenti sconsiderati per estrarre minerali, petrolio e gas, sempre più frequentemente con l’uso di sistemi invasivi.

Liberazione di un gufo delle nevi inanellato da parte di Denver Holt In Alaska.
Puoi illustrarci la situazione odierna delle comunità di Strigiformi che popolano gli Stati Uniti mettendo in evidenza le specie che hanno trend migliori e i gufi che vivono una situazione più preoccupante.
Negli Stati Uniti, le stime e i trend delle popolazioni variano ampiamente tra le specie sia dal punto di vista delle comunità ornitiche sia in considerazione delle metodologie di studi applicate.
L’allocco macchiato Strix occidentalis in virtù dei numerosi studi e del fatto che si trattati uno Strigide stanziale ed è una delle specie per la quale abbiamo le stime legate alla distribuzione più accurata. L’altra specie molto ben monitorata è la Civetta nana rossiccia Glaucidium brasilianum che nidifica nelle lande desertiche del Texas e Arizona e in Messico e qui i ricercatori hanno il polso della situazione dal punto di vista demografico con monitoraggi molto accurati. Tali ricerche evidenziano un buon status delle popolazioni.
Due specie forestali come l’Allocco barrato Strix varia e la Civetta acadica Aegolius acadicus hanno popolazioni stabili o in aumento ma la loro stima complessiva non è sufficientemente chiara.
Le specie tuttavia delle quali è opportuna una precisazione sono alcuni Strigiformi da spazi aperti, da paesaggi agresti come il Barbagianni americano Tyto furcata, la Civetta delle tane Athene cunicularia, il Gufo delle nevi Bubo scandiacus, il Gufo di palude Asio flammeus e il Gufo comune Asio otus.

Denver Holt con un Gufo comune ricordando che negli Stati Uniti vive la sottospecie Asio otus wilsonianus con gli occhi gialli, invece che arancioni come la sottospecie nominale che vive in Europa.
Stando ai risultati di alcune ricerche pubblicate si evidenzia il Barbagianni americano potrebbe essere stabile o in aumento e le altre 4 specie per diversi autori potrebbero segnare un declino rimarcato nella finestra temporale tra il 1970 e il 2014.
Tuttavia a differenza di quanto realizzato per la Civetta nana rossiccia e per l’Allocco macchiato le stime di questi presunti decrementi sono stati ottenuti attraverso studi e monitoraggi molto brevi e potrebbero evidenziare diverse crepe in quello che è l’affidabilità complessiva delle stime stesse.
Una delle situazioni sulle quali mi batto è l’uniformità degli studi e la possibilità di realizzare studi e monitoraggi globali a lungo termine, l’unico modo scientifico per avvalorare stime demografiche credibili.
Denver volevo chiederti quanto ritieni possa essere rilevante l’influenza del Climate Change sul futuro e sulla conservazione degli Strigiformi su scala globale?
Il cambiamento climatico è un fenomeno evidente e documentato da oltre 50 anni e sempre con maggiori evidenze, anche se non è facile stabilire scientificamente quali siano gli effetti diretti sulle popolazioni di Strigiformi.
Questo è dovuto dai sistemi di monitoraggio e ricerca che nella maggior parte dei casi puntano a studiare le popolazioni con studi a breve termine e solo una conversione di questi monitoraggi basati su scala pluridecennale e su una ampia scala geografica per favorire una visione globale più concreta specie sull’andamento demografico e sul successo riproduttivo delle singole stagioni riproduttive.
Per farvi un esempio, i miei studi condotti sulle comunità di Gufo delle nevi Bubo scandiacus a Barrow (Alaska) mostrano una popolazione che fluttua annualmente in base agli andamenti demografici dei lemming (prede elettive di questo gufo artico).

Tuttavia i miei studi condotto 29 anni mostrano un trend demografico chiaramente verso una marcata contrazione e il cambiamento climatico, il caldo inatteso in questa regione supporta le stime verso la contrazione demografica.
Questi cambiamenti hanno indotto i gufi delle nevi a spostarsi alla ricerca di aree più vocate alle loro esigenze biologiche.
Negli Stati Uniti ci sono diverse organizzazioni che si occupano della protezione e conservazione degli uccelli e degli Strigiformi (come il tuo Owl Research Institute, l’International Owl Center, il Global Owl Project…) quale pensi possa essere la strada del futuro per migliorare l’efficienza della conservazione dei gufi?