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Immagine del redattoreMarco Mastrorilli

L'impatto del cambiamento climatico sui Lemming e sul gufo della neve

Il Gufo delle nevi (Bubo scandiacus) è un grande rapace che nidifica a terra nelle regioni circumpolari dell'emisfero settentrionale. 

Conosciuto per i suoi spettacolari movimenti migratori irregolari verso sud, chiamati "irruzioni", questo magnifico uccello ha affascinato gli appassionati di fauna selvatica per secoli. 

Un fattore chiave alla base di queste irruzioni e del successo riproduttivo del gufo delle nevi è la sua stretta dipendenza dalla disponibilità trofica e in particolare dei lemming, piccoli roditori che popolano la tundra artica.

Questa stretta relazione predatore-preda solleva preoccupazioni riguardo all'impatto del cambiamento climatico sulle popolazioni di lemming e, di conseguenza, sui trend demografici dei gufi delle nevi. 

In questo scenario proprio poche settimane fa è uscito un articolo molto importante che cerca di far luce su questa relazione tra gufi e lemming e sulla convergenza del loro futuro. 

L’articolo scritto da Denver Holt e da un team di esperti, fornisce informazioni dettagliate su questo argomento complesso (Holt et. al. 2024)


Un gufo delle nevi in volo


Le condizioni della neve e i cicli dei lemming

Le fluttuazioni delle condizioni della neve, legate al cambiamento climatico, sono state identificate come un fattore chiave che influenza i cicli delle popolazioni di lemming. 

Shelford, già nel 1943, osservò un declino dei lemming dal collare (Dicrostonyx groenlandicus) a Churchill, in Canada, associato alla scarsità o all'assenza di copertura nevosa.

Decenni dopo, ricercatori ad Utqiaġvik, in Alaska, hanno espresso preoccupazione per l'impatto del cambiamento climatico sulla qualità della neve, fondamentale per la riproduzione invernale dei lemming. 

La neve fornisce isolamento termico e protezione dai predatori, consentendo ai lemming di prosperare durante i mesi invernali. Variazioni nella quantità e nella qualità della neve possono quindi avere ripercussioni significative sulla loro sopravvivenza e riproduzione.

Studi più recenti hanno confermato l'influenza delle condizioni della neve sui cicli dei lemming, evidenziando un impatto negativo sulle popolazioni di lemming dal collare, lemming europeo (Lemmus lemmus) e arvicola di Sundevall (Myodes  rufocanus). 

In 10 studi su 15, i lemming (genere Lemmus e/o Dicrostonyx) costituivano oltre il 71,8% della dieta dei gufi. In alcuni casi, la percentuale saliva addirittura oltre il 90%. Solo in quattro studi gli arvicole dei generi Microtus e Clethrionomys hanno assunto un ruolo rilevante, mentre in uno studio condotto in Russia, Lemmus e Microtus erano presenti in proporzioni quasi uguali (53,0% e 37,8% rispettivamente).


Un lemming tra i muschi artici


La specializzazione alimentare del gufo delle nevi durante la riproduzione contrasta con la sua maggiore flessibilità in inverno. Un'analisi di 7 studi nordamericani sulla dieta invernale, condotta da Detienne et al. (2008), ha evidenziato una FNB* media (H′ = 4,61) elevata e superiore di oltre il doppio rispetto a quella registrata nei 15 studi sulla stagione riproduttiva. Questa differenza suggerisce che in inverno, quando i lemming sono meno disponibili, il gufo delle nevi amplia la sua dieta includendo una varietà di prede, tra cui piccoli mammiferi, uccelli e persino carogne. 


I luoghi dei 15 siti monitorati nello studio condotto da Denver Holt et. al. 2024


Gilg et al. (2006) hanno dimostrato che il declino dei lemming, attribuito al cambiamento climatico, ha portato a una diminuzione dei predatori specializzati come il gufo delle nevi nella stessa area.

Tuttavia, Ehrich et al. (2020) hanno suggerito che a livello globale le popolazioni di lemming non mostrano ancora segni di declino a causa del cambiamento climatico. Questa apparente contraddizione con i risultati di Gilg et al. (2006), Kausrud et al. (2008) e Schmidt et al. (2012) necessita di ulteriori indagini.


Un'anatra predata da una femmina di gufo delle nevi


La diminuzione del numero di gufi delle nevi che nidificano ad Utqiaġvik, in Alaska, solleva interrogativi sulla validità degli attuali metodi di campionamento per valutare la salute delle popolazioni di lemming. È possibile che altri indicatori, non rilevati dai metodi standard, possano fornire una visione più completa della situazione.

Le fluttuazioni delle popolazioni di lemming, influenzate dal cambiamento climatico, hanno conseguenze dirette sul successo riproduttivo dei gufi delle nevi. 

Del resto il clima cambia e si registrano effetti sull’ambiente elettivo dei lemming. 

In inverno, i lemming scavano gallerie sotto la neve per sfuggire al freddo pungente dell'Artico. La neve è un buon isolante e trattiene abbastanza calore da tenerli a loro agio. Ma la neve sta cambiando nell'Artico. Il cambiamento climatico sta portando più pioggia e quando quella pioggia ghiaccia sulla neve, rende la neve più dura. Cosa significa questo per i lemming?

I ricercatori dell'Université Laval, del Canadian Museum of Nature e di Polar Knowledge Canada rispondono a questa domanda in un nuovo articolo su Ecosphere. Alla Canadian High Arctic Research Station di Cambridge Bay, Nunavut, hanno monitorato dei lemming su neve soffice, neve dura e neve con uno strato di ghiaccio da pioggia ghiacciata e li hanno osservati scavare. Nella neve più dura e densa, i piccoli animali scavavano più lentamente e creavano tunnel più corti. Era più difficile per loro scavare e probabilmente consumavano più energia.

Questo aspetto risulta importante, perché con il riscaldamento del clima, la pioggia cadrà più spesso sulla neve nell'Artico e i lemming potrebbero dover lavorare di più. 

La loro resilienza influenzerà il futuro di tutti quei predatori artici che dipendono da loro.

La diminuzione dei lemming porta a una riduzione della disponibilità di cibo, costringendo i gufi delle nevi a cercare prede alternative, a spostarsi in altre aree o a rinunciare completamente alla riproduzione. 

Di questo aspetto ne avevo parlato anche nel mio libro Guida ai rapaci notturni d’Europa di Ricca editore e nel libro SOS Gufo delle nevi, evidenziando alcuni studi che hanno mostrato grazie al tracking satellitare, come alcuni individui percorrevano miglia di km per trovare aree di foraggiamento più floride.



Movimenti che, in passato, non erano stati mai registrati per questa specie.

La continua ricerca e il monitoraggio a lungo termine sono essenziali per comprendere appieno la complessa dinamica tra lemming, gufi delle nevi e cambiamento climatico. È fondamentale valutare se l'espansione verso nord di alcune specie di arvicola possa compensare la potenziale diminuzione dei lemming in alcune regioni artiche, garantendo una fonte di cibo adeguata per i gufi delle nevi.

Data la sua dipendenza dai lemming e la sua sensibilità ai cambiamenti ambientali, il gufo delle nevi può essere considerato un indicatore della salute dell'ecosistema artico e il futuro non appare certo roseo per questo rapace così come per altri predatori circumpulari come l'orso bianco Ursus maritimus, il girfalco Falco rusticolus e la volpe artica Vulpes lagopus anche se per questi ultimi due la situazione è meno critica. Monitorare le fluttuazioni delle popolazioni di gufi delle nevi può fornire preziose informazioni sullo stato delle popolazioni di lemming e, più in generale, sulle condizioni dell'ambiente artico.

La conservazione del gufo delle nevi è quindi strettamente legata alla protezione dei lemming e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sull'ecosistema artico. Sarà ancora possibile frenare questo disastro ecologico?


* La FNB, acronimo di Food Niche Breadth, in italiano ampiezza della nicchia alimentare, è un concetto ecologico che descrive la varietà di risorse alimentari utilizzate da una specie. In termini più semplici, indica quanto è diversificata la dieta di un animale.

Una FNB elevata indica che una specie si nutre di una vasta gamma di alimenti. Questo tipo di specie è considerato un generalista alimentare.


Bibliografia 


Detienne, J.C.; Holt, D.W.; Seidensticker, M.T., 2008. Diet of Snowy Owls wintering in west-central Montana, with comparisons to other North American studies. J. Rap. Res. 42:172–179

Ehrich, D.; Schmidt, N.M.; Gauthier, G.; Alisauskas, R.; Angerbjörn, A.; Clark, K.; Ecke, F.; Eide, N.E.; Framstad, E.; Frandsen, J., 2020. Documenting lemming population changes in the Arctic: Can we detect trends? Ambio. 49:786–800.

Gilg, O.; Sitler, B.; Sabard, B.; Hurstel, A.; Sané, R.; Delattre, P.; Hanski, I., 2006. Functional and numerical response of four lemming predators on high Arctic Greenland. Oikos. 113:193–216

Holt, D.W.; Larson, M.D.; Seidensticker, M.T.; Hiro, S.P., 2024. A Worldwide Review of Snowy Owl Feeding Ecology: The Importance of Lemmings and Voles in a Changing Climate. Birds. 5:341–351

Poirier M., Fauteux D., Gauthier G., Domine F., Lamarre J., 2021. Snow hardness impacts intranivean locomotion of arctic smallmammals. Ecosphere naturalist 12(11): e03835.

Schmidt N.M., Ims R.A., Hoye T.T.; Gilg O., Hansen L.H., Hansen J., Lund, M., Fulgei, E., Forchhammer M.C., Sittler B. 2012. Response of an Arctic predator guild to collapsing lemming cycles. Proc. R. Soc. Br. 279:4417–4422.

Shelford V.E., 1943. The abundance of the collared lemming (Dicrostonyx groenlandicus (tr.) var. Richardsoni Mer.) in the Churchill area, 1929 to 1940. Ecology 24:472–484

Kausrud, K.L., Mysterud, A., Steen, H.; Vik, J.O., Ostbye, E.; Cazelles, B., Framstad, E., Eikeset, A.M., Mysterud, I., Solhoy, T.. 2008. Linking climate change to lemming cycles. Nature. 456:93–97

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