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L’incredibile storia del Gufo reale in Cechia! Il ritorno silenzioso del gigante. (1° puntata)


Se amate i gialli e Dan Brown in questi giorni è uscito il suo nuovo libro L'ultimo segreto (sequel di storia famose come il Codice da Vinci, Angeli e demoni ecc)… stavolta la narrazione è ambientata a Praga in Cechia ed è qui che andremo a cercare i segreti dei gufi reali di questa nazione. Lo faremo in due puntate e partiamo dalla storia e poi nella seconda puntata troverete notizie sulla plasticità di questo grande predatore..


Il gufo reale eurasiatico (Bubo bubo), uno dei rapaci notturni più imponenti d’Europa, ha vissuto in Cechia (storicamente Boemia, Moravia e Slesia) una vicenda che rappresenta un caso emblematico di conservazione. Per secoli perseguitato come “parassita” della caccia, questo predatore al vertice della catena alimentare è passato dall’essere quasi estinto all’inizio del Novecento a diventare oggi una specie nuovamente diffusa, grazie a un percorso lungo e complesso di tutela legale ed educazione ambientale. La storia che mi accingo a raccontarvi è il frutto di un monitoraggio ed una ricerca profonda e storia sulla popolazione di gufi reali in quella regione che oggi chiamiamo Repubblica Ceca.


primo piano del Gufo reale Bubo bubo
primo piano del Gufo reale Bubo bubo

Secoli di persecuzione e la pratica della výrovka

All’inizio del XX secolo, la popolazione ceca era ridotta a circa 20 coppie nidificanti, con un minimo storico intorno al 1904.

Per lungo tempo il gufo reale fu sistematicamente abbattuto: si credeva che la sua dieta fosse composta in gran parte da selvaggina pregiata (lepri, fagiani, pernici), un pregiudizio mai confermato da studi scientifici che al contrario hanno mostrato quanto questo predatore sia eclettico nella selezione delle sue prede.

La diffidenza era rafforzata da credenze popolari e da ricompense in denaro per ogni esemplare ucciso.

Un ruolo cruciale ebbe la výrovka, pratica venatoria che sfruttava gufi reali vivi, spesso pulcini sottratti ai nidi, come esca per attirare rapaci diurni e corvidi, considerati “nocivi” per la caccia. Attirati dall’ostilità verso il gufo, questi uccelli venivano abbattuti dai cacciatori.

La tecnica, estremamente diffusa, causò stragi di rapaci: nel solo 1812, un cacciatore dichiarò di aver abbattuto in due giorni oltre 100 uccelli diurni, tra cui 12 falchi pellegrini, 11 lodolai, 18 gheppi, 23 sparvieri, 41 corvi e 15 gazze. Una strage vera e propria. 

Il metodo di caccia con esca al gufo reale era un metodo tradizionale di sterminio degli uccelli considerati nocivi nella caccia, principalmente corvidi (cornacchie Corvus cornix, gazze eurasiatiche Pica pica, taccole Coloeus monedula, ghiandaie Garrulus glandarius) e rapaci (in particolare sparvieri euroasiatici Accipiter nisus, astori Accipiter gentilis, poiane comuni Buteo buteo e poiane calzate Buteo lagopus), mentre altre specie venivano solitamente prese di mira indiscriminatamente.


La výrovka è una tecnica di caccia simile alla nostra con zimbello (sovente la civetta), solo che qui era usato il gufo reale. (illustrazione d'epoca Joachim Heinrich Campe: Abeze- und Lesebuch, 1806)
La výrovka è una tecnica di caccia simile alla nostra con zimbello (sovente la civetta), solo che qui era usato il gufo reale. (illustrazione d'epoca Joachim Heinrich Campe: Abeze- und Lesebuch, 1806)

Dal punto di vista legale, la situazione non aiutava. Le prime leggi sulla protezione degli animali in Boemia, Moravia e Slesia (1870) tutelavano diversi rapaci notturni, ma con una sola eccezione: il gufo reale, che restava cacciabile e perseguitato.

La gestione della fauna era affidata ai proprietari terrieri e ai loro cacciatori, il che rendeva impossibile qualsiasi forma di tutela reale. Non solo: la pratica di prelevare i pulcini dai nidi per addestrarli alla caccia con esche era diffusissima e non regolamentata.


Una protezione inizialmente incompleta

Le fonti bibliografiche non concordano sulla data di introduzione della tutela legale del gufo reale in Repubblica Ceca. Hudec et al. (1983) e Jirsík (1935) indicano il 1929, mentre Leiský (1962) propone il 1926 e Černý (1958) il 1928. 

Nessuno di questi autori, tuttavia, riporta con precisione lo strumento normativo che sancì la protezione, né attraverso il numero di legge né con il titolo del provvedimento. Ricerche successive hanno aggiunto un ulteriore elemento di riflessione: i dati di Loos (1906), che già all’inizio del XX secolo documentava una popolazione autoctona di gufo reale in condizioni critiche, prossima all’estinzione.

Le prime misure di tutela comparvero tra il 1929 e il 1931, vietando l’uccisione degli adulti e la distruzione dei nidi. Tuttavia, la výrovka e il prelievo dei pulcini restarono legali: anzi, negli anni ’30 i giovani gufi venivano venduti a caro prezzo, trasformando i nidi in risorse economiche. Paradossalmente, questa domanda contribuì a evitare l’estinzione totale.

Negli anni ’50, l’uso intensivo della výrovka raggiunse livelli drammatici: solo nel 1950 furono ufficialmente abbattute 12.000 poiane comuni e 7.000 poiane calzate.

Le proteste degli ornitologi alimentarono un acceso dibattito, che culminò in una progressiva inversione di rotta. Paradossalmente, fu proprio questa usanza a impedire la completa estinzione.

I piccoli di gufo reale infatti, erano molto richiesti e quindi più preziosi vivi che morti. Le coppie nidificanti rimaste venivano “tollerate” perché garantivano ogni anno nuovi pulcini da vendere. In questo modo, piccole popolazioni isolate riuscirono a sopravvivere, pur sotto forte pressione.


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La svolta della conservazione

La vera protezione arrivò gradualmente:

  • 1967: divieto della výrovka per i rapaci (restava permessa per i corvidi).

  • 1975: divieto totale della výrovka.

  • 1988: proibito il prelievo dei pulcini.

  • 1992: con la nuova Legge sulla Protezione della Natura, il gufo reale fu inserito tra le specie minacciate, con tutela rigorosa di adulti, uova e nidi.

Da quel momento, la popolazione è cresciuta costantemente: da circa 40 coppie nel 1904 a 400–600 negli anni ’70, fino alle 700–1000 coppie stimate nel periodo 2014–2017.


Una lezione ancora attuale

Il caso del gufo reale dimostra chiaramente quanto la protezione legale sia stata determinante per il recupero della specie. La coincidenza temporale tra l’entrata in vigore delle ordinanze degli anni ’30 e l’aumento della popolazione non lascia spazio a dubbi: senza un quadro normativo a tutela, la specie non avrebbe mai potuto riprendersi.

Al tempo stesso, questa vicenda rivela anche una frattura storica che attraversa ancora oggi il mondo rurale ceco: il contrasto tra la visione tradizionale dei cacciatori e quella degli ambientalisti. All’inizio del Novecento, i primi vedevano nel gufo reale un nemico da eliminare, mentre i secondi iniziavano a riconoscerne il valore ecologico.

Oggi, la discussione si è spostata su altri predatori, come il lupo, ma la dinamica è simile: forti resistenze da parte della lobby venatoria e impegno costante degli ambientalisti per affermare la legittimità dei predatori negli ecosistemi.


Minacce moderne

Oggi la specie non è più minacciata di estinzione, ma persistono fattori limitanti:

  • Disturbo antropico: arrampicata, turismo, attività forestali e atti di distruzione intenzionale di nidi compromettono il successo riproduttivo.

  • Mortalità indotta dall’uomo: elettrocuzioni su linee elettriche e collisioni con veicoli sono in crescita. Tra il 2007 e il 2019, oltre 180 gufi reali ricoverati in Cechia presentavano lesioni da questi incidenti.

La disponibilità di cibo non rappresenta invece un limite: la dieta, basata su arvicole e lepri, è abbondante e variabile. Resta essenziale combattere la percezione storica del gufo reale come “rivale” dei cacciatori.


Una lezione di resilienza

La vicenda del gufo reale in Cechia mostra come protezione legale, monitoraggio scientifico ed educazione possano trasformare il destino di una specie sull’orlo dell’estinzione. La sua rinascita, costata decenni di conflitti e compromessi, rappresenta oggi un precedente fondamentale per la gestione dei predatori in Europa centrale, soprattutto alla luce delle attuali discussioni sul ritorno e l'espansione del lupo.

La storia del gufo reale in Repubblica Ceca ci insegna che il cambiamento è possibile, ma richiede tempo, educazione e strumenti giuridici efficaci.

Un secolo fa, questa specie era vicina all’estinzione; oggi, grazie alla combinazione di leggi, impegno scientifico e pressione dell’opinione pubblica, è tornata a popolare boschi e campagne. È una lezione di speranza, ma anche un invito a non abbassare la guardia nella difesa della biodiversità.

Il gufo reale, silenzioso e maestoso, è tornato a popolare i cieli della Cechia: un simbolo vivente della forza della natura e dell’importanza della sua difesa.


Bibliografia

Andreska J., Andreska D., 2020. Changes in the Eurasian eagle owl (Bubo bubo) population in Czechia and their association with legal protection. Raptor Journal 14(1): 29–44. D

Černý W. J.,1958. Sekera: Rozšíření výrů v Československu. [in italiano: Il gufo reale in Cecoslovacchia Review]. Sylvia 15: 275 – 276. [in Czech]

Jirsík J., 1935. Jak žijí zvířata: Přírodopis živočišstva [Sulla vita degli animali: Storia naturale della Fauna]. Nakladatelství Hynka Bauchmana v Moravské Ostravě – Přívoze. [in Czech]

Hudec K., 1983. Fauna ČSSR (Sv. 23): Ptáci, díl III/1 [Fauna cecoslovacca (Vol. 23): Uccelli Parte III/1]. Academia, Praha. [in Czech]

Loos K 1906: Der Uhu in Böhmen. Ignaz Günzel, Saaz


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1 commento


Che bello leggere storie così — la natura trova sempre un modo per rinascere. Nello sport è uguale: quando lavori su te stesso devi dare al corpo le risorse per recuperare. Io, ad esempio, una volta ho voluto sapere quanto dura l’effetto del tadalafil 30 mg, per capire meglio come agiscono alcune sostanze e come influenzano la resistenza. Tutto è collegato: il corpo e la natura hanno bisogno di equilibrio e rispetto.

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